Territorio
(Testo di Ignazio Gennusa)
Le fasce pedemontane di monte Genuardo sono interessate da imponenti movimenti franosi (deformazioni gravitative profonde di versante) che, associandosi all’azione di erosione superficiale delle rocce, hanno portato alla dislocazione di grandi blocchi rocciosi ben visibili a Rocca Rossa, Monte Gurgo e Castagnola. Il risultato di questi movimenti è ben visibile in contrada Gurgo dove sono evidenti grandi blocchi di rocce calcaree che sembrano galleggiare sui depositi plastici.
La tettonica
(Testo di Ignazio Gennusa)
La struttura di Monte Genuardo è costituita da una grande piega asimmetrica, con asse E-W, e con il fianco meridionale in taluni casi rovesciato, smembrato da una serie di scaglie tettoniche che hanno portato le formazioni litologiche affioranti sul monte a sovrapporsi fra loro e sovrascorrere verso sud sulle formazioni geologiche di Pizzo Telegrafo. Tali deformazioni strutturali sono il prodotto di movimenti compressivi avvenuti nell’area a partire dal Pliocene medio in conseguenza dello scontro delle zolle continentali.
L’insieme della struttura, a partire dal Pliocene superiore, viene interessata da una fase tettonica distensiva, responsabile della dislocazione della struttura, mediante faglie dirette a grande rigetto, secondo sistemi tettonici orientati NNE-SSW e WNW-ESE.
La geologia
(Testo di Ignazio Gennusa)Il territorio comunale ricade nel settore nord-occidentale dei Monti Sicani ed è dominato dal massiccio del Monte Genuardo (1180 m), costituito in prevalenza da una potente sequenza di rocce carbonatiche, silicee e marnose di età compresa tra il Triassico (245 milioni di anni fa ed il Neogene (20 m.a.).
Le rocce più antiche sono costituite da dolomie e calcari di piattaforma carbonatica, formatisi in ambienti marini assimilabili alle attuali scogliere coralline tropicali, che si possono rinvenire proprio sulla parte sommitale del Monte.
Su queste affiorano calcari nodulari grigi i e rosati ricchi di ammoniti, formatisi in ambienti marini più profondi, del periodo Giurassico (204 milioni di anni fa). Presentano numerose intercalazioni di lave sottomarine, le cosiddette pillow lavas o lave a cuscino, dovute ad attività eruttive risalenti a circa 135 milioni di anni fa (Giurassico-Cretaceo inferiore), depositi che si ritrovano lungo la strada per Santa Maria del Bosco e, in spessori più consistenti, in prossimità della vetta di Monte Genuardo.
Seguono delle rocce silicee di colore verde costituite da ammassi di gusci silicei appartenuti a microorganismi (Radiolari) che dopo la morte si depositavano sui fondali marini, a grandi profondità. Sono visibili in contrada Bosco del Pomo e Portella dei colori. Il periodo di sedimentazione di queste rocce viene attribuito al Giurassico superiore (140 m.a).
Le formazioni geologiche delle zone pedemontane (contrade Castagnola, Gurgo, Serradamo) sono costituite in prevalenza da calcari marnosi di colore bianco denominati “Lattimusa”, molto ricchi di fossili (Aptici e Belemniti). Su questi giacciono i calcari marnosi di colore bianco e rosa, individuati col termine “scaglia”, ricchi in microfossili calcarei (foraminiferi planctonici), che si fanno risalire al periodo cretacico (130 m.a). Intercalati nella scaglia si trovano spesse lenti (fino a 100 metri) di megabrecce calcaree, che sono evidenti in contrada Castagnola e Bosco del Pomo.
Le dorsali collinari di tutta la fascia altimetrica intorno ai 600 metri (Brignat, Serra, Castello di Calatamauro, Sommacco, Serra Lunga) sono costituite da calcareniti glauconitiche (la glauconite è un minerale di colore verde che conferisce la colorazione alla roccia). Queste rocce sono il risultato di apporti terrigeni nelle zone di estuario di antichi delta fluviali risalenti al periodo Miocene (23 m.a.) molto ricchi in microfosili planctonici e grossi denti di squalo.
Le zone di fondovalle al di sotto dei 600 metri di altitudine sono costituite da depositi di tipo argilloso e sabbioso e costituiscono affioramenti visibili nelle contrade Contesse, Mole, Realbate, Vaccarizzo e Costiere. Il periodo di deposizione di questi terreni viene attribuito al Neogene (23 m.a.).
Nelle predette zone ed in particolare nelle Contrade Costiere, Carrubba e Petraro affiorano i gessi della Formazione Gessoso Solfifera Sicililiana risalenti al Messiniano superiore (5 m.a.). Questi depositi sono denominati anche evaporiti in quanto sono il prodotto del prosciugamento del Mediterraneo a causa della chiusura dello stretto di Gibilterra. La migliore esposizione dei gessi è visibile a Rocca di Entella con spessori di oltre 100 metri.
La riapertura delle comunicazioni con l’Atlantico e il reingresso delle acque nel Mediterraneo ha prodotto la deposizione di marne bianche denominate “trubi” del Pliocene inferiore, che affiorano sopra i gessi nelle aree di Carrubba Nuova, Scilocco e Rocca d’Entella .
La formazione geologica più recente rilevabile nel territorio comunale è costituita da marne sabbiose, argille e calcareniti facenti parte della Formazione Marnoso Arenacea della Valle del Belice, che viene fatta risalire al Pliocene superiore ( 4 m.a.).
L’ambiente fisico
(Testo di Ignazio Gennusa)Il territorio amministrativo di Contessa Entellina si estende per 136,4 kmq nella media valle del fiume Belice Sinistro e confina con i Comuni di Corleone, Campofiorito, Bisacquino, Giuliana, Sambuca, Santa Margherita Belice, Salaparuta, Poggioreale, Monreale e Roccamena.Le attuali delimitazioni del territorio comunale sono costituite da elementi del paesaggio naturale o antropizzato, quali corsi d’acqua, linee di spartiacque o antiche mulattiere. In particolare, il Belice Sinistro ne segna il confine NordOvest per un lungo tratto fino alla confluenza con il Belice Destro, oltre alla quale i due corsi d’acqua, uniti, ne delimitano ancora l’estremo settore occidentale. Altri tratti del confine sono rappresentati da corsi d’acqua di rilievo, quasi tutti affluenti del Belice Sinistro: a NordEst il Vallone Petraro, ad Est il Vallone Chiarello, ad Ovest il corso inferiore del Senore, fino alla confluenza con il Belice Sinistro. Sul lato meridionale, invece, il confine è rappresentato dallo spartiacque del Monte Genuardo, mentre su quello orientale da tratti di antiche mulattiere, nella contrada Realbate a NordEst e una parte delle pertinenze dell’Abbazia di Santa Maria del Bosco a SudEst. Altri corsi d’acqua di rilievo, anch’essi affluenti del Belice Sinistro, attraversano il territorio: il torrente Realbate nel settore nord-orientale e il Vaccarizzo nella parte centro-settentrionale, alle pendici meridionali della Rocca di Entella. Alla rete idrografica maggiore si affianca poi una fitta maglia di corsi d’acqua minori, tutti a carattere stagionale.
Ultimo aggiornamento
14 Gennaio 2021, 00:41